top of page

La Comunità Terapeutico Riabilitativa

20181212_120130.jpg

La Comunità Terapeutica Riabilitativa “Voce Amica” è sita a Nomi (TN) ed è una Struttura di tipo residenziale,  che può accogliere 19 persone con problematiche legate ad un disturbo tossicomanico, anche con patologie psichiatriche correlate, su invio dei Ser.D. della Provincia di Trento (17 posti letto convenzionati) o da altre ASL (per due ulteriori posti letto accreditati).

 

La Comunità Terapeutica, in accordo con il Servizio Pubblico ed in ottemperanza di quanto previsto dalle linee di indirizzo della Giunta Provinciale in materia di dipendenza (delibera G.P. 1990/2017), ha attivato i seguenti moduli di trattamento:

- modulo 3: alta intensità, suddiviso in trattamenti specialistici per “doppia diagnosi”,  trattamenti con supporto psicoterapico e percorso di coppia.

- modulo 4: trattamenti terapeutici, riabilitativi e pedagogici.

La metodologia di intervento

Il percorso terapeutico è strutturato su un modello di intervento di tipo bio-psico-sociale, ovvero su una strategia di approccio alla persona che pone l’individuo al centro di un ampio sistema influenzato da molteplici variabili.

Il lavoro terapeutico è affidato ad un’èquipe multiprofessionale che si occupa non solo degli aspetti educativi, ma prende in considerazione gli aspetti psicologici, sociali, sanitari e familiari del paziente, fra loro interagenti e in grado di influenzare l’evoluzione della situazione problematica. Viene presa in carico la persona in un’accezione multidimesionale relativa alle componenti fisiche e psichiche, nonché a quelle socio-relazionali (gestione della quotidianità, aspetti economici, relazionali e familiari), per identificare in esse le variabili collegate alle condizioni soggettive e oggettive di benessere (salute nella sua concezione positiva) e malessere (malattia, problema, disagio ovvero salute nella sua concezione negativa) di cui tenere globalmente conto nell’approccio alla persona.

Il metodo su cui si basa l’approccio bio-psico-sociale è un ampliamento del tradizionale “metodo di diagnosi e cura della malattia” nel “metodo di assessment diagnostico dei bisogni multidimensionali” da cui far scaturire un “piano integrato di cura e assistenza alla persona”, curato anche nella sua organizzazione.

La prima tappa del percorso terapeutico è quindi rappresentata dall’“assessment dei bisogni multidimensionali”, seguita dalla stesura o dalla rivalutazione periodica del “progetto terapeutico riabilitativo individualizzato (PTRI)”, che è il risultato della condivisione da parte dell’equipe multiprofessionale degli interventi clinico-assistenziali necessari per rispondere ai bisogni del paziente, tenendo conto dei fattori personali e delle capacità, nonché delle risorse disponibili.

E’ inoltre previsto, a garanzia di qualità dell’intervento, un confronto nel tempo dei bisogni, la rivalutazione di appropriatezza delle cure e dei risultati conseguiti in termini di salute (nella sua accezione più ampia), autonomia o anche solo di aumento della qualità di vita.

Il processo terapeutico in Comunità è di natura “evolutiva”, ovvero centrato su modalità di intervento che favoriscano trasformazioni sufficientemente ampie e profonde nella personalità del soggetto. In altre parole, il percorso proposto è teso a stimolare il cambiamento nel soggetto in senso personale ricorrendo a precise iniziative e metodologie terapeutiche tra cui risultano “centrali” i gruppi di auto-mutuo aiuto, i colloqui individuali, nonché il confronto sulla quotidianità e la sperimentazione di un contesto di vita improntato su un sistema di regole e principi valoriali condivisi.

Il metodo terapeutico poggia, pertanto, su una vita comunitaria articolata, caratterizzata da un’intensa frequenza dei rapporti e delle interazioni significative e significanti tra gli operatori ed i ragazzi stessi, attraverso la convivenza, il lavoro, le attività di tempo libero, i gruppi educativi, ecc…  

In questo senso, sia l’organizzazione della vita comunitaria, che delle attività lavorative consentono di creare le premesse ed il contesto ottimali (clima, motivazioni, spazi, tempi,…) perché il “lavoro terapeutico” possa svolgersi con efficacia.

La metodologia che caratterizza l’approccio ed il percorso terapeutico considera pertanto l’esperienza comunitaria una possibilità di rivisitazione in forma traslata dei nuclei problematici e conflittuali al fine di consentire una sperimentazione di soluzioni alternative a quelle tentate in precedenza, con conseguente positiva e condivisa attivazione dei sistemi affettivo, relazionale e valoriale.

bottom of page